Le scommesse hanno origini millenarie: il rapporto tra l’uomo e la fortuna affonda radici nell’antichità fino ad arrivare ai giorni nostri.
Le scommesse: gli esordi
I primi ad avviare questa pratica furono i Greci. In Grecia, infatti, ogni quattro anni si svolgevano le Olimpiadi (dal nome della città ospite), celebrazioni atletiche e religiose che hanno ispirato le omonime competizioni odierne. In quella occasione, il pubblico si divertiva a scommettere sugli atleti in gara che avrebbero potuto trionfare nelle varie discipline.
L’ usanza venne poi ripresa dai Latini. A Roma era legale scommettere sulle corse dei carri e sui combattimenti tra gladiatori, come riportano le testimonianze conservate nelle epigrafi e nei testi dell’epoca.
Già allora esistevano giochi d’azzardo illegali, che vedevano coinvolti in primis gli imperatori stessi, a partire da Cesare (per questo molti casinò di Las Vegas riportano il suo nome). Per citare un paio di aneddoti al riguardo, si narra che Augusto avesse perso circa 20mila sesterzi in un solo giorno e che Claudio avesse trasformato il proprio carro in una sala da gioco su quattro ruote.
Le scommesse nel Medioevo
Le severe proibizioni delle autorità, che ritenevano peccaminosi i giochi d’azzardo e le scommesse, non bastarono a fermare tali pratiche nel Medioevo.
Nelle taverne ci si svagava con diverse attività ludiche, la maggior parte basate sui dadi.
Il più gettonato, la Zara, era un gioco formato da tre dadi che prevedeva la partecipazione di due giocatori: a turno ciascuno doveva chiamare un numero tra il 3 e il 18 e chi per primo nel lancio dei dadi otteneva il punteggio pari al numero chiamato, si aggiudicava la vittoria. Tra le varie fonti, ricordiamo Dante che ne parla nel VI canto del Purgatorio.
A proposito della patria del Sommo Poeta, a Firenze nel Tardo Medioevo era in voga scommettere denari su uno sport molto simile all’attuale rugby, chiamato “calcio fiorentino”, in cui gareggiavano giovani nobili.
Le scommesse tra il XVI e il XVIII secolo
Nel 1500, mentre nel resto d’Europa le scommesse e il gioco erano riconosciuti e autorizzati dagli organi di potere, in Italia si proseguiva con il proibizionismo, esteso anche laddove prima tali attività erano lecite (a Roma e a Firenze). Solo a Genova, nel 1576, nacque una nuova forma di scommessa, il “lotto di Genova”. Questo consisteva nel fare puntate sulle estrazioni dei governatori. Col tempo, il gioco si diffuse a livello nazionale e internazionale, seppur con qualche variante.
Altre tracce di scommesse si ritrovano durante l’Ancien Régime nelle varie regioni della Francia. Si trattava sempre di puntate fatte sui possibili vincitori nelle competizioni sportive (come il salto in Provenza o la lotta in Bretagna); oppure di giochi a premi che, a differenza dei precedenti, coinvolgevano tutti gli strati della popolazione.
Facciamo un salto in avanti di un secolo e arriviamo in Inghilterra, dove nella prima metà dell’800 nacque il “pedestrianism”. Il pedestrianism, traducibile con “pedonismo”, era una “corsa in cammino” in cui si prevedeva che i partecipanti camminassero per ore e ore, a volte anche per giorni. La disciplina ebbe enorme successo mondiale e attirò su di sé il giro delle scommesse sportive. Fu proprio l’eccessiva ludopatia che ne scaturì, oltre allo sviluppo di nuovi sport e la facilità con cui si poteva barare, a decretarne la scomparsa.
Le scommesse nel XX secolo
Il 1900 è stato il secolo delle scommesse sportive. Il gioco era una pratica di divertimento e di arricchimento (quando si veniva baciati dalla sorte) amatissima in tutto il mondo. L’avvento della televisione contribuì ad aumentare il numero di giocatori.
Tralasciando la situazione negli altri Paesi, in Italia un primo passo fu compiuto nel 1942.
In quell’anno, il Governo Italiano fondò l’UNIRE (Unione Nazionale Incremento Razze Equine), che per la prima volta dopo tanti anni regolamentava le scommesse sulle corse dei cavalli.
Sulla scia di questa iniziativa, nel 1946 ci fu la svolta definitiva con la creazione del concorso a premi legato al calcio, conosciuto come “Totocalcio”. All’inizio l’obiettivo del giocatore era quello di indovinare i pronostici di dodici partite, indicando solo l’esito finale di ciascuna gara.
Nel 1950 venne aggiunta una partita in più e le partite da pronosticare divennero tredici. Al tempo si poteva giocare solo la domenica.
Le modalità delle scommesse sono ulteriormente mutate nel 2003, anno in cui le partite sono aumentate a quattordici e i limiti temporali di gioco sono stati rimossi.
Il Totocalcio è diventato nel tempo un vero e proprio rito nazionale. Le scommesse calcistiche, considerata l’importanza che il calcio ha per gli italiani, sono le più gettonate nello Stivale.
Le scommesse online
Nel 2002, il Decreto Direttoriale 128 del 31 maggio ha sancito ufficialmente la nascita delle scommesse online, legalizzando le puntate tramite internet.
La digitalizzazione delle scommesse ha stravolto totalmente il settore, che a partire da quel momento si è sviluppato così come lo conosciamo, portando alla nascita di nuovi giochi virtuali, eventi live e del betting exchange.
Le scommesse di oggi permettono ai giocatori di fare le proprie puntate comodamente da casa, semplicemente collegandosi dal proprio smartphone sui siti web che offrono il servizio.